Hotspot, Trischitta:”C’è stato un accordo tra Accorinti e il governo”

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“Accorinti ha sempre saputo che avrebbero fatto l’Hotspot all’interno dell’ex caserma di Bisconte, ma ha preferito fare l’accordo in cambio del secondo Palagiusitizia”. E quanto ha dichiarato questa mattina il capogruppo di Forza Italia, Giuseppe Trischitta, durante una conferenza stampa. Il consigliere, dunque, lancia l’ennesimo pesante attacco all’indirizzo del sindaco Accorinti, nonostante il fermo No ribadito dall’amministrazione alla creazione del centro che dovrebbe sorgere all’interno dell’ex caserma “Gasparro“.

Che ne sarà dei 2mila 800 migranti che dal prossimo mese di giugno saranno a Messina? Se lo domandano Forza Italia, Movimento Nazionale per la Sovranità, Scuola Politica, Noi con Salvini e Federazione Nuova Destra, pronti ad organizzare una manifestazione nei prossimi giorni.

Un fronte compatto da cui si defila solo Fratelli d’Italia, che non si è seduto al tavolo della conferenza stampa per via di alcuni attriti nati a Roma con il movimento fondato da Gianni Alemanno e Francesco Storace, mentre sul tema Hotspot è atteso l’intervento di Giorgia Meloni.

Tornando a Messina, Trischitta non usa mezzi termini per spiegare l’iter che ha portato all’imminente nascita dell’Hotspot im città: “A quindici giorni di distanza dall’annuncio dell’accordo per creare il Palagiustizia all’interno dell’ex ospedale militare, arriva questa doccia gelata per la città. Mi sembra evidente che siamo davanti ad un accordo tra il sindaco ed il Governo nazionale, il secondo Palagiustizia è stata una permuta in cambio dell’Hotspot. Messina non può reggere una struttura di questo tipo, i migranti devono essere ospitati in quelle zone del paese, come l’Emilia-Romagna o la Toscana, che a detta di tutti hanno i servizi sociali migliori”.

Anche per il consigliere comunale, Piero Adamo, Messina rischia di pagare lo scotto delle uscite publiche del sindaco:”Non chiamateci razzisti o xenofobi, noi riteniamo che il tessuto sociale messinese sia così fragile da non poter sostenere una struttura come l’Hotspot. Non siamo tra quelli che gioiscono se un barcone affonda, questo problema non può essere scaricato sulle amministrazioni comunali e sui territori più deboli ma dev’essere affrontato in altre sedi . La nostra posizione non è sovrapponibile a quella del sindaco che da anni gira l’Italia parlando di accoglienza, il Ministero dell’Interno non aspettava altro. Siamo contrari a questo modello di accoglienza, ma lo siamo principalmente per un problema di tenuta sociale. Chi governa batta un colpo”.

Lancia un grido d’allarme anche il segretario provinciale di Noi con Salvini, Luciana Verdiglione: “Accorinti da anni opera alle spalle dei cittadini per allestire l’Hotspot all’interno della caserma Bisconte. Non è più un fenomeno, è una volontà per sottrarre diritti ai messinesi, richiamiamo la Costituzione per salvaguardare sia la libertà di movimento, ma anche le libertà alla salute. All’Hotspot resteranno 72 ore per essere registrati e poi potranno liberamente muoversi sul nostro territorio”.

All’incontro con la stampa erano presenti anche Ferdinando Croce, Daniele Travisano e Silvano Arbuse per il Movimento per la Sovranità, Giampiero Venuti di Scuola Politica e Dino Melluso della Federazione Nuova Destra.

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