Messina si dibatte tra varie “fetenzie”, emergenza sanitaria, crisi turistica e ‘sommosse’ da supermercato

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Era un gruppetto ‘di fuoco’, ieri al supermercato, a parlare di rifiuti.
Un gruppetto di messinesi che al riparo dal caldo, nei pressi della refrigerante temperatura del banco frigorifero, hanno pensato bene di sfogare tutta la rabbia che potevano, accumulatasi come la gran massa di spazzatura, stimata in 400 tonnellate, che arreda ogni via della città.

Da un componente del gruppetto, la proposta, accolta all’unanimità, di scoprire l’indirizzo di casa Crocetta, a Gela o Palermo che sia, e lì far convergere autocompattatori che scaricheranno davanti al portone l’esubero delle 261 tonnellate di monnezza locale che il presidente della Regione ha stabilito come tetto massimo di accoglimento in discarica per Messina.

Certo, l’azione sarebbe forte e provocatoria, oltre che punibile, ma come non comprendere che la sola idea di lasciare circa 140 di tonnellate di spazzatura ( a tanto ammonta il nostro esubero) con annessi topi e scarafaggi, nei pressi di casa Crocetta non affascini ogni siciliano indirettamente raggiunto dall’ordinanza firmata dal presidente?

Un presidente ‘costretto’ a porre un limite per il conferimento dell’immondizia in discarica, dal fatto che tra quelle che chiudono in autonomia e altre sequestrate, c’è poco da fare.

Già, ma intanto la Sicilia tutta è stata piegata e piagata dall’ordinanza Crocetta: in piena emergenza igienico-sanitaria, con l’inevitabile danno economico prodotto dal mancato introito di un settore, il turismo, cui certamente non gioverà  offrire una vacanza sporca, puzzolente e condivisa con topi e blatte.

“E’ inutile – ha risposto il governatore alle ovvie rimostranze– continuare a ripetere che i rifiuti assegnati ai singoli Comuni potrebbero essere inferiori alle capacità giornaliere, poiché nell’ordinanza che ho fatto nei giorni scorsi, è previsto che le discariche siano autorizzate ad accettare i quantitativi in relazione alla capacità di conferimento dei Comuni”.

Allora, se così è, rifate bene i calcoli, signor Presidente, perchè con 140 tonnellate in esubero prodotte dalla sola Messina, i conti non tornano, e nei supermercati si parla di Lei. Vogliono mandarle il ‘resto’ a casa.

Patrizia Vita

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