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Pochi medici al Papardo e Piemonte. Assomed: “Si rischia il collasso”

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Sono giorni di fuoco per il personale sanitario che opera negli ospedali Papardo e Piemonte. In attesa che si concretizzi la fusione con l’Ircss, gli organici risultano ridotti all’osso con tutte le problematiche connesse. Il relativo decreto attuativo, infatti, è stato presentato in ritardo dalla Regione e pubblicato in Gazzetta Ufficiale soltanto lo scorso 8 luglio. Intanto, la situazione di precarietà non accenna ad attenuarsi, basti pensare che da una settimana il pronto soccorso del Piemonte è attivo grazie al personale del servizio 118 dell’Asp.

Venerdì scorso medici e infermieri hanno vissuto una giornata di passione. Secondo quanto denuncia Anaao Assomed, infatti, al reparto di Medicina Interna del Papardo, dalle 8 alle 14, il servizio è stato garantito da un solo dirigente medico, a fronte di 26 pazienti ricoverati più 4 fuori reparto, a cui va aggiunto l’ambulatorio di Angiologia. Situazione simile al Piemonte dove, sempre nella giornata del 15 luglio, all’Unità Operativa Complessa Diagnostica in turno 24 ore su 24, vi erano solo 4 dirigenti in servizio; 5 dirigenti presenti per degenza, ambulatori, sala gessi, sala operatoria e guardia.

Il sindacato, in una nota indirizzata al dirigente del Papardo Domenico Moncada, all’assessore regionale alla Saità Baldo Gucciardi e al viceprefetto di Messina  Maria Antonietta Cerniglia, chiede l’attivazione immediata di un tavolo tecnico per valutare gli opportuni e immediati correttivi. “Denunciamo – spiega il segretario Pietro Pata – la  gravissima situazione assistenziale del presidio ospedaliero Papardo in cui molte strutture dei due nosocomi messinesi sono ormai allo stremo, dovendo assicurare il servizio su due presidi (il Papardo e il Piemonte) in questo periodo  in cui è fatto d’obbligo il dover garantire al personale medico e sanitario, un dovuto breve periodo di ferie, con inevitabili ripercussioni sui livelli di assistenza dei pazienti, se non si provvede con urgenza”.

Anaao Assomed sottolinea l’elevato rischio clinico per la popolazione messinese  e per i dirigenti medici dell’Azienda Papardo, chiamati a garantire, con organici estremamente ridotti e assolutamente non conformi alla normativa vigente.

 

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