L’Ars dice sì a fine Ente Porto. Ardizzone: “Un ente vergogna istituzionale”

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Stavolta pare fatta. L’Ars, con gran consenso da parte del suo presidente, Giovanni Ardizzone, ha approvato lo scioglimento dell’Ente Porto, un carrozzone che da anni era lì lì per essere sciolto e mai accadeva. Già nell’aprile 2014 era stato deciso di eliminare quello che era ritenuto ” un ente amorfo, privo di risorse umane che vi lavorano e che ostacolava il generale sviluppo delle attività produttive come la cantieristisca e le attività commerciali e portuali”.
Lo aveva detto, neanche un mese fa, la Fit Cisl di Messina, stupìta della nomina di Filippo Nasca, dirigente dell’Assessorato regionale alle attività produttive, a nuovo commissario ad acta dell’Ente porto. Quella nomina, appare evidente oggi, doveva essere volta “alla valutazione dei presupposti per lo scioglimento dell’Eap”.
La Federazione Trasporti della Cisl aveva aggiunto che: “si è in presenza di una demanialità pregiata, ma degradata ormai da tanti anni che impedisce il rilancio del water front arrecando un danno immenso a Messina e ai suoi cittadini”

Sul suo scioglimento, ieri in aula all’Ars, ha fortente inciso l’opinione del presidente, Giovanni Ardizzone, che ha detto: ” Da messinese, non chiedo l’istituzione di un ente ma che venga sciolto un ente inutile, che non serve a niente. Una pantomima”.
“Capisco che ogni volta che si parla di Ente Porto di Messina – ha aggiunto – c’è qualcosa di strano perché non si vuole lo scioglimento o forse non si vuole il rilancio del porto di Messina, dove abbiamo la sovrapposizione di due istituzioni, l’Autorità Portuale e l’Ente Porto ormai inutile, per un punto franco che non si è mai realizzato, e noi cincischiamo perché più volte i presidenti della Regione che si sono alternati hanno provato a sciogliere l’Ente Porto e non è stato mai possibile scioglierlo e non lo potrà sciogliere, con tutta la buona volontà, neanche l’attuale presidente della Regione. E’ stata una delle istituzioni vergogne della Sicilia – ha concluso Ardizzone – e siamo usciti sulle prime pagine del Corriere della Sera perché era un ente che aveva un consiglio di amministrazione con un direttore, per non fare niente”.

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