Labdem sul voto Pd alla sfiducia: ” Brava Russo. Per gli altri vanno approfondite le ragioni dello stare assieme”

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Giuseppe Fera, Luigi Beninati e Francesco Barbalace, di Labdem Messina, nel merito del No alla sfiducia espresso in aula dai consiglieri PD, e ribadiscono che il voto ha contravvenuto a quanto determinato dal partito, pienamente eseguito, invece, dalla capogruppo Russo. Ecco cosa scrivono in una nota:

“In considerazione del fatto che voci interessate, ancora oggi, tendono a creare confusione sulla linea politica deliberata dal Partito Democratico, circa la mozione di sfiducia al Sindaco Accorinti, si ribadisce che, anche a seguito dei numerosi incontri tenuti nelle ultime settimane, non vi possono, né vi potevano, essere dubbi in ordine alla volontà del Partito di votare favorevolmente a tale mozione.
La esplicitazione delle motivazioni politiche a sostegno di tale decisione sono state concretamente rappresentate, con puntuali argomentazioni riferite alle innumerevoli inadempienze della attuale Amministrazione, dalla capogruppo del PD Avv. Antonella Russo la quale ha così assolto al compito affidatole con puntuale lucidità rendendo per questa via anche prova di militanza seria.
Labdem ritiene quindi che coloro i quali hanno assunto una diversa posizione al di fuori delle decisioni deliberate votando contro la mozione di sfiducia lo hanno fatto in aperta violazione di una determinazione dal Partito Democratico legittimamente adottata.
I fatti si incaricheranno di dimostrare nei prossimi mesi la piena e personale responsabilità di coloro i quali si sono discostati dalla linea del Partito, incuranti delle gravi conseguenti responsabilità, dal Labdem opportunamente documentate che, inevitabilmente deriveranno alla Comunità messinese dal prosieguo dell’attività della Giunta Accorinti a cominciare dai voti espressi sulle manovre di bilancio e per ultimo sulle procedure di costituzione di nuove società di servizi.
Il PD attraversa una fase delicatissima della propria vicenda politica e certo non aiutano a riprendere il filo di un comune ragionamento sulle questioni aperte talune strabilianti e strumentali dichiarazioni di “attardati giovani virgulti politici locali” che si sono cimentati in questi giorni a sostenere la esistenza di una sorta di “Partito degli eletti” al quale sarebbe demandata “la sola politica che conta e che ritiene di doversi rapportare con le strutture interne e persino con gli organi decisionali o con le persone stesse che operano all’interno di esse ritenendole o entità a perdere o comunque di sua proprietà” per cui le decisioni ultime spetterebbero alla suddetta forma Partito. Da qui la necessità di approfondimenti all’interno delle istanze del Partito sulle possibili ragioni dello stare assieme”.

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