Chiusura Banca d’Italia a Messina. Le reazioni dei sindacati

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“Chiediamo un intervento del presidente della Regione perché venga revocata una decisione che mortifica il territorio messinese, che cancella un presidio di legalità”, dichiara il segretario generale della Cgil di Messina Lillo Oceano sui provvedimenti di soppressione della sede territoriale della Banca d’Italia.
“La conferma nelle ultime ore di quello che era stato temuto – prosegue Oceano – porta anche con sé il peso di certificare l’assenza di una politica capace di bloccare progetti di smobilitazione che la città e la provincia continuano a subire. Il Governo Crocetta eserciti quel ruolo di difesa di realtà strategiche e importanti per i territori della Sicilia”.

Dura anche la reazione della segreteria Uilca: “Nelle scorse ore la Segreteria Nazionale della Uilca, unitamente alle altre organizzazioni sindacali, ha già preannunciato l’impugnazione, davanti alla Magistratura, della delibera relativo al nuovo riassetto territoriale assunta dal Consiglio superiore della Banca d’Italia”.

La Uilca di Messina chiede ufficialmente che la Regione Siciliana sollevi, ai sensi dell’art. 17 dello Statuto siciliano che assegna competenza esclusiva alla regione sui settori del credito e delle assicurazioni, un conflitto di attribuzione alla Corte Costituzionale.

L’articolo 17 recita, infatti, testualmente:  “Entro i limiti dei principi ed interessi generali cui si informa la legislazione dello Stato, l’Assemblea regionale può, al fine di soddisfare alle condizioni particolari ed agli interessi propri della Regione, emanare leggi, anche relative all’organizzazione dei servizi, sopra le seguenti materie concernenti la Regione: … E) disciplina del credito, delle assicurazioni e del risparmio…”.

“Si tratta di uno strenuo, ma doveroso, tentativo finalizzato alla salvaguardia di un territorio, complesso e difficile – scrive il segretario generale Uilca, Ivan Tripodi  -, che perderebbe un indispensabile presidio di legalità rappresentato dalla presenza della Filiale della Banca d’Italia”.

Spiega Tripodi: “Già nel 2007, di fronte alla possibilità di chiudere ben sette filiali siciliane della Banca d’Italia, il governo regionale dell’epoca sollevò, ai sensi del citato articolo 17 dello Statuto siciliano, il conflitto di attribuzione e ottenne un concreto risultato politico: in quell’occasione furono cancellate solo le sedi di Siracusa ed Enna”.

“Pertanto – conclude il segretario Tripodi -, nonostante la tragica latitanza ed assordante assenza della deputazione regionale e nazionale, ci appelliamo al governatore Crocetta e al suo governo affinché assumano un’iniziativa concreta volta a difendere Messina e il suo territorio sulla quale non possono essere ammessi alibi o giustificazione di sorta”.

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