L’inchiesta Calcioscommesse, il mito Di Napoli e la passione delusa dei tifosi sui social

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Per il calcio messinese è stato, con le debite proporzioni, quello che
Maradona è stato per Napoli: un mito. Ma quel ‘mito’, che di nome fa Arturo Di Napoli, ex calciatore, ex allenatore dell’Acr Messina, è stato ‘fregato’ proprio da quella ‘passione peloritana’ e adesso e al centro dell’inchiesta cittadina sul Calcioscommesse.

Lui che non era uscito immune dall’inchiesta “Dirty Soccer” della procura di Catanzaro,, sempre legata al calcioscommesse, subendo dalla Corte Federale, nel marzo 2016, la maxisqualifica di 3 anni e mezzo, più un’ammenda di 50mila euro, adesso ha una nuova ‘partita’ da giocare, quella con la Procura messinese. E qui non esistono puntate facili.

‘Re Artù’ era finito nei guai, con la “Dirty Soccer”, in relazione al
periodo in cui l’ex attaccante milanese guidava il Savona. Per l’accusa, il match tra la compagine ligure e l’Aquila avrebbe avuto esito alterato.

Oggi, per la magistratura messinese, su indagini della Guardia di Finanza, che hanno fatto scoppiare un ‘bubbone giudiziario’ da 40 indagati  (altri calciatori, scommettitori e professionisti messinesi) Di Napoli, il vizietto non se l’è tolto proprio.

Le partite attenzionate in particolare dalle Fiamme Gialle, ma non sono escluse altre, sono: Casertana-Messina, 4-1 del 21 dicembre 2015; Messina- Martina Franca, 3-0 del 9 gennaio 2016; Messina-Benevento, 0-5 del 16 gennaio 2016. Tutte ebbero un’eccellenza di puntate, con danno alle agenzie di scommesse.

Ma dietro questo mondo c’è un organismo che vigila, la Federbet, che riceve i dati dalle varie agenzie e attraverso un grafico rileva il flusso delle puntate. Quel grafico, in caso di anomalie, s’impenna. Quelle 3 partite fecero salire a picco l’astina del grafico, e fu denuncia da parte della Federbet alla Procura di Messina.

Era, appunto, il 2016 quando il fascicolo fu avviato dal sostituto procuratore Francesco Massara, sulla cui scrivania, però, era già
arrivata la denuncia dell’ex presidente dell’Acr Messina, Natale Stracuzzi,che accompagnato dal suo legale, avvocato Giovanni Villari,
segnalò l’ipotesi di esito alterato delle gare oggi oggetto d’indagine.

Le inchieste sul mondo del Calcioscommesse portano alla luce una brutta pagina del ‘libro’ del calcio, perchè rivelano lo sporco che ruota attorno allo sport più seguito d’Italia. A volte queste gare truccate sono occasione di riciclaggio di denaro sporco, in ogni caso evidenziano quanto sia forte il grado di corruzione in ogni ambiente.

I proventi della partite truccate vengono spartiti, non equamente ovvio, tra organizzatori e partecipanti collusi, e sono alti. Si consideri che il picco di puntate può far lievitare una gara di Lega Pro che, ad esempio, potrebbe avere una media di 40mila euro nel totale delle scommesse, anche a mezzo milione. Un gioco scorretto che mina la fiducia e la passione dei veri tifosi.

Già, proprio loro, vero motore della grande macchina del Calcio, sono i primi a patire. E le partite incriminate dalla procura messinese, furono discusse negativamente sui vari social, più con certezze che con margine di dubbio, dai tifosi giallorossi. In pratica, la denuncia di Stracuzzi fu frutto proprio di quelle ‘denunce’ virtuali sul web.

Il ‘mito’ Di Napoli cominciò a crollare partendo da chi lo aveva osannato con passione vera, pulita.

Patrizia Vita

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