Fascino, ritrosìa, ipocrisìa della siciliana: 3 regole per l’approccio

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Ho sentito dire che, anche se si sta viaggiando verso il 3000, conquistare una donna siciliana possa essere spesso una “mission impossibile” se non si rispettano certe regole, perché in gran parte della popolazione femminile sicula vigerebbe quella sovrana che cedere subito alle lusinghe erotico- sessuali del corteggiatore fa tanto “femmina poco seria” e ciò non per norme pseudo- religiose, né per una sana, giusta e naturale diffidenza o cautela, ma perché a pensarla così è proprio la popolazione maschile dell’isola e le donne lo sanno molto bene.
Nulla di nuovo sotto il sole, dunque, ma con la giusta strategia e adeguate tattiche pare che diventi più agevole che la donna possa scendere dal proprio piedistallo quando vuole apparire “turris eburnea” e, ancor di più, quando lo è davvero.
Da un’indagine (poco seria e poco approfondita) da me effettuata nel contesto di un nutrito gruppo di amici, sia di sesso maschile che femminile, ho sussunto che sarebbero queste le tre regole essenziali per far capitolare una femmina nostrana:

1) MAI E POI MAI RIVOLGERLE SUBITO APPREZZAMENTI SUL SUO ASPETTO FISICO, soprattutto quando si tratta proprio di una bella donna dalle curve pronunciate e dallo sguardo caliente: lei sa benissimo di essere una gran figa, ma non vuole sentirselo sbattere in faccia. Perfino nel caso in cui costei mostri chiaramente di avere capacità intellettive e culturali inferiori a quelle di un criceto (bestiolina che, tuttavia, qualcosa sa fare, come, per esempio, girare nella ruota), trattatela come se fosse l’essere più colto e mentalmente iperdotato del mondo. La donna siciliana desidera essere apprezzata in primo luogo per ciò “che ha dentro” (quante volte ve lo siete sentito dire?). Insomma, è più apprezzato un approccio del tipo “ i tuoi occhi mi hanno colpito, perché il tuo sguardo comunica la tua bellezza interiore” (anche in presenza di uno sguardo da ebete), anziché “quando ti ho vista, bella e statuaria come sei, sono stato colpito da un fulmine”. Ovviamente, nessuna speranza ha colui che lancia un “minchia, che bona che sei!” , che, invece, pare essere il leitmotive del maschiaccio siculo, anche quando incrocia per strada una femmina che decisamente non sarebbe una super sberla da urlo.
2) MAI E POI MAI ESSERE TROPPO ESPLICITI nell’esporre la vostra attrazione sessuale nei suoi confronti e, ancor meno, al primo appuntamento: siate pazienti. La donna siciliana adora la galanteria, anche quando l’ambiente di sua provenienza sia una baraccopoli: pretende un corteggiamento assiduo e attenzioni, ma non eccessive. Vuole essere “persuasa” e cederà nel momento in cui avrà pensato di avervi convinto che è una “donna seria”, in quanto, secondo la morale comune, manca di serietà quella donna che subito si lascia sedurre, per cui “non ve la darà” se non la convincerete che per voi è una madonna, anche nel caso in cui lei se ne vada in giro sculettando e vestita ( o meglio, svestita) come una entreneuse.
3) MAI E POI MAI FAR TRASPARIRE DI ESSERE FOLLEMENTE PRESI DA LEI. La donna sicula, pur essendo, per tradizione genetica, protesa all’assoggettamento del maschio, negli ultimi tempi desidera i propri spazi e un corteggiamento troppo assillante o totalizzante la farebbe fuggire via. Senza contare che alla fin fine, il “troppo bravo ragazzo” o il “troppo innamorato”, per uno strano e inspiegabile meccanismo mentale sotterraneamente diffuso nel popolo femminile di tutto il mondo conosciuto, non ha le stesse chance di un farabutto sciupa-femmine che mostra di volersi redimere per lei: guinzaglio lento, dunque!
Cosa penso io, in quanto donna sicula, alla luce di quanto da me scritto per strappare un sorriso sotto il sole estivo, su queste presunte regole? A posto vostro me ne fregherei e agirei d’istinto… ma sempre con signorilità.

Vicky Amendolia

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