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Credevamo fosse un ponte, invece era un Hotspot

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E’ tempo di muoversi. Niente proclami, minacce, resistenza passiva. Niente “io non c’ero, non sapevo, la notizia l’ho appresa dalla Stampa”, ma azione. Azione vera, immediata, perchè giugno è vicino, e a giugno, secondo programma ministeriale, Messina avrà il suo Hotspot, 2800 migranti quasi stanziali in una città cui mancava solo questo per spegnerla definitivamente.

Messinesi, facciamo finta di non essere ‘messinesi’ una volta tanto; facciamo che non aspettiamo i nostri politici; facciamo che ci muoviamo in massa, partecipi, attivi, come se la nostra squadra calcistica fosse stata retrocessa dalla A ( dove stemmo giusto il tempo di una sciroccata potente) alla B; schiodiamo i nostri sederi dalla sedia davanti al pc; solleviamo le nostre dita dalla tastiera, dismettiamo la nostra attiva partecipazione a Facebook (che siamo i figli bastardi di Zuckerberg) e diciamo la nostra su quella tegolaccia che ci stanno calando sulla testa.

Urliamolo in piazza, nei cortei, il nostro no all’ennesima ‘punizione’ che Roma vuole infliggerci. Roma che ci toglie sistemi di trasporto ferroviario, marittimo, storiche sedi come la Banca d’Italia, che adesso punta a toglierci anche la Corte d’Appello.  Roma che, dopo tante ‘sottrazioni’,  ha deciso che è arrivato il tempo di ‘dare’, e così ci da’ l’unica cosa di cui proprio Messina non aveva bisogno: altri migranti.

Sapete cosa significa un hotspot? Significa che la nostra città sarà costantemente, con soluzione di continuità e non più periodicamente, invasa da questi poveracci che, sì vanno accolti, ma subito dislocati, trasferiti in altre località, sparpagliati non ammassati in un unico centro urbano. E quando questo avverrà sarà perchè altri 2800 sono arrivati. Insomma sarà un ciclo costante di arrivi e partenze.

La volontà politica è stata ampiamente espressa, sappiamo che l’amministrazione comunale, la deputazione nazionale che ci rappresenta a Roma, quella regionale, hanno manifestato chiaro il loro No. Anzi, stupiti, si sono chiesti come sia stato possibile che a loro insaputa sia potuta arrivare questa scellerata decisione. Già, ce lo chiediamo anche noi: ” Dove eravate, signori, quando sono arrivati gli ispettori ministeriali nella nostra città? Dove, quando il Ministero meditava di aumentare la popolazione messinese con una fraccata di profughi?

E allora che si fa? Il Governo romano se n’è ampiamente fregato del ‘disappunto messinese’, tant’è che ha fissato pure i tempi: tre mesi per realizzare l’hotspot alla caserma Gasparro. Tre mesi per vederli sulle nostre strade in massa, non più 2 o 3 come sin qui siamo abituati, ma a gruppi, forti della loro disperazione, compatti, ‘padroni’ della nostra terra.

Ora, se vogliamo fare al solito nostro, tutte chiacchiere e invettive, facciamolo. Lamentiamoci da casa, alziamo il finestrino dell’auto al semaforo nel vederli arrivare a mano tesa, e basta.

Ma non disperiamoci poi, quando Lampedusa ci farà un baffo, Mineo riderà e i turisti ci guarderanno dal parapetto di una nave da crociera che attraverserà lo Stretto e diranno: “Ma qui non dovevano farci un ponte?”

E noi diremo: ” Lo hanno fatto un ponte: di bugie, di illusioni, di gente che va e gente che viene, di figli, nostri, che vediamo partire, e di povera gente che vediamo arrivare.

Povera Messina. come ti ha ridotta il nostro essere messinesi.

Patrizia Vita

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  1. “La volontà politica è stata ampiamente espressa.” Purtroppo la rappresentanza politica non ha nessun peso e viene costantemente messa alla porta visto che abbiamo deputati che neppure conoscono perchè non sono presenti in parlamento ma prendono lo stipendio, comprensivi dei vantaggi che spetta loro. Un sindaco che si presenta alle riunioni importanti con una maglietta che fa ridere anche un bambino e senza nessuna idea di come si amministra una citta’. Non dimentichiamo la giunta e i consiglieri, tutti votati a prendersi chi l’immeritato stipendio, chi un gettone di presenza essendo assenti. In fondo siamo considerati cittadini di serie C, neppure B e ce la meritiamo tutta per aver permesso a certi politici e a certi sindaci di prenderci per i fondelli e farci credere di essere sulla buona strada per il miglioramento di ogni cosa, mentre si va verso uno sfacelo completo. Presto dovremo difenderci da gente venuta dall’Est e con la speranza di trovare quì il nuovo Ovest, purtroppo troveranno sono disperazione e fame, cioè tutto ciò che questa citta’ può offrire loro.

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