L’emergenza idrica continua, ma i messinesi restano “muti come pesci”

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Dal proprio Sindaco i messinesi hanno ereditato una qualità su tutte: il pacifismo. E’ ciò che trapela dal sit-in organizzato ieri sera dal movimento “L’Altra Messina”. L’idea era quella di richiamare in piazza la cittadinanza per alzare finalmente la voce davanti ad un’emergenza idrica che sembra interminabile. La città è infatti a secco da cinque giorni ed altrettanti ne passeranno per riportare l’acqua in tutte le abitazioni. Eppure alla manifestazione di piazza Municipio ha partecipato soltanto una decina di persone: i promotori stessi e alcuni rappresentanti di associazioni e gruppi politici.  La città continua a dormire rimanendo (vista la situazione) “muta come un pesce”. Nessuna protesta, nessun segno di insofferenza manifestato in piazza. Soltanto sui social network qualcuno ha alzato i toni, spesso in modo spropositato. Il messinese subisce l’umiliazione di non poter godere di un servizio essenziale per diversi giorni eppure rimane in silenzio.

Nella desolazione di piazza Unione Europea, abbiamo raccolto le testimonianze dei gruppi che hanno deciso di aderire al sit-in, lanciando un grido d’allarme vista la gravità della situazione. Di seguito riportiamo le loro considerazioni:

Antonio Vita (L’Altra Messina): “La protesta civile è un diritto, ma i cittadini non hanno risposto. Significa che Messina è rassegnata o forse stanca di sbattere contro i muri di gomma del potere. Chiediamo diritti di sopravvivenza, ci siamo ridotti a questo. Il disservizio della mancata erogazione idrica si somma a quello dei rifiuti che ci toccherà finanziare con la Tari. Questa amministrazione non funziona e il prezzo più alto lo stanno pagando gli esercizi commerciali che senza acqua non possono lavorare”.

Raffaele Scirocco (I Verdi): “Non riusciamo a comprendere perché la Giunta non abbia provveduto a convocare un tavolo tecnico all’inizio dell’emergenza, firmando una delibera per comunicare la chiusura di scuole e attività commerciali. Ricordiamo che Messina è una città turistica e commerciale. Perché l’amministrazione non ha chiesto aiuto alle caserme? Perché non si è costituita come parte lesa nei confronti dell’Amam che ormai è una società per azioni? I geologi dell’Azienda Mediterranea Acque Messina perché non hanno controllato il territorio personalmente”?

Roberta Conigliaro (Associazione In viaggio con Goethe): “Siamo un’associazione regionale di promozione turistica che cerca di investire su Messina per costruire un’immagine adeguata della città. Nel nostro porto arrivano di continuo navi da crociera e oggi numerose attività ricettive e commerciali hanno dovuto chiudere i battenti per l’emergenza idrica. Una cartolina offerta da una città morta da tutti punti di vista che grazie al turismo riesce ancora a sopravvivere. Vedere tutto il centro con i locali chiusi per tutti questi giorni è assurdo”.

Michele Di Pietro (Movimento consumatori del sud): “Ci troviamo ancora una volta in emergenza, sarà colpa del fato o dell’incapacità dell’amministrazione, ma la città è in ginocchio sia per l’erogazione idrica che per i rifiuti. Adesso si sta tentando di chiedere il servizio idrico a Sicilia Acque, una società privata. Ricordo che questo governo regionale si è sempre schierato a favore dell’acqua pubblica, dovranno spiegarci anche questo. Intanto  i cittadini si ritrovano senz’acqua e con una maxi tassa sui rifiuti da pagare unita alle bollette del servizio idrico. Tanti locali non potranno sopportare altri cinque giorni con i rubinetti a secco, probabilmente saranno costretti a chiudere”.

Andrea Castorina

 

 

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