Il Comune ha le prove: “Il quartiere fieristico ci appartiene”

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Sono stati molti e importanti gli elementi che sono venuti a galla durante l’assemblea cittadina “Messina e la sua fiera”, organizzata ieri pomeriggio al Salone delle bandiere di Palazzo Zanca.

L’incontro, moderato dal giornalista Emilio Pintaldi, si è sviluppato in cinque diversi momenti. Presenti l’assessore Sebastiano Pino, l’ex assessore Filippo Cucinotta e l’architetto Antonio Principato.

Argomento fulcro dell’assemblea, alcuni documenti importanti ritrovati dall’amministrazione che attesterebbero la titolarità, al Comune di Messina e non all’Autorità Portuale, del quartiere fieristico, in passato scrigno territoriale di elevata importanza storico-culturale e oggi completamente abbandonato a se stesso.

A prendere la parola, dopo i saluti iniziali, l’architetto Nino Principato, che ha mostrato foto della zona in cui oggi sorge la Fiera di Messina e l’attuale Passeggiata a Mare, seguendo un’esposizione cronologica che va dalla seconda metà dell’800, fino alla prima metà del ‘900.

Non solo foto, però, tra le immagini mostrate da Principato: un’importante planimetria del 1860 infatti testimonia come la zona ad oggi comprendente la Fiera e la Passeggiata a Mare, una volta chiamata “Giardino a mare Umberto I”, fosse di proprietà del Comune di Messina.

Le esposizioni dell’architetto sono continuate attraverso un suggestivo racconto fotografico che ha mostrato lo sviluppo storico-architettonico del Giardino inaugurato nel 1896 e che comprendeva vaste porzioni di verde minuziosamente curato, uno chalet per il rinfresco e un palco per le esibizioni musicali dal vivo in stile Liberty. È stato anche mostrato, attraverso un’altra planimetria, l’area che il Comune di Messina concesse ad una ditta privata nel 1861 per realizzare il Gasometro, importante impianto di approvvigionamento energetico della città, che dimostrerebbe come lo stesso Comune di Messina fosse, già al tempo, proprietario delle aree in prossimità della costa ai lati del torrente Giostra.

Dopo altre foto, che hanno raccontato come il Giardino a mare Umberto I venne smantellato e riprogettato tra il 1935 e il 1938, si è giunti ad un documento del 1939, anno in cui, attraverso un Regio Decreto, venne fatto nascere l’Ente Fiera, in cui appare anche qui come titolare il Comune di Messina.

L’architetto Principato, giunto a ridosso degli anni ’50 del ‘900, ha raccontato, sempre attraverso testimonianze fotografiche, le varie evoluzioni strutturali della Fiera di Messina realizzate da importanti architetti.

A prendere subito dopo la parola è stato Filippo Cucinotta, che ha invece puntato i riflettori sui documenti che accertano che la zona del quartiere fieristico è sempre stata di proprietà del Comune di Messina, mostrando atti d’archivio, dal 1875 al 1955.

Tante le slides rilevanti mostrate dall’ex assessore. La prima – tra le più importanti – riguarda un “atto d’obbligo del Municipio di Messina per la concessione – da parte della Capitaneria di Porto – della spiaggia lungo la riviera di Porto Salvo e del Ringo a Nord del Porto di Messina per ampliare e migliorare la pubblica passeggiata alberata”, già di proprietà del Comune stesso. Si badi bene che la “passeggiata alberata” non era, al tempo, come possiamo ammirarla adesso. Comprendeva, difatti, tutta la zona del quartiere fieristico, con una vasta area dedicata al verde e alla libera fruizione. Quest’atto, citato poco sopra, è tuttavia l’unico che l’Autorità Portuale utilizza tutt’oggi per avvalersi della titolarità della zona.

Altre importanti slides, che testimonierebbero la titolarità della zona al Comune di Messina, riguardano un atto del consiglio comunale del 1891, anno in cui l’amministrazione discuteva di un altro ampliamento del Giardino a Mare Umberto I; un atto del 1898, in cui si chiedeva la costruzione di ritrovi estivi; ed infine un documento risalente al 1947 in cui, per la costruzione e la ricostruzione post-bellica dei padiglioni di quella che era ormai diventata negli anni ’30 la Fiera di Messina, si adoperò l’Ufficio del Genio Civile di Messina che sfruttò “i fondi ministeriali destinati alla ricostruzione” e che ammontavano a 10 milioni di lire.

Altro importantissimo documento riguarda la planimetria dell’architetto Pantano, risalente al 1953, in cui viene evidenziato, attraverso una suddivisione per colori, come tutta le costruzioni e ricostruzioni dei padiglioni della fiera nel periodo post-bellico siano state effettuate dal Comune di Messina, ma è con il Decreto del Presidente della Repubblica n. 1038 del 25 settembre del 1955, mostrato dallo stesso Cucinotta, che sembra non vi siano dubbi su chi sia il proprietario della zona. Il Decreto, che ha avuto il compito di aggiornare lo statuto dell’Ente Fiera del 1939, afferma che qualora fosse “avvenuto lo scioglimento dell’Ente, gli immobili costruiti sulle aree cedute dal comune di Messina, saranno trasferiti al Comune medesimo.”.

“Sono stati tre i punti che il Sindaco voleva fossero tenuti in considerazione da parte dell’Autorità Portuale prima della pubblicazione del bando di marzo di quest’anno per l’affidamento dell’ex Cittadella Fieristica”, ha affermato l’assessore Pino. “Abbiamo chiesto che si aprisse un dibattito su come gestire le zone all’interno dell’area, che venissero abbattute tutte le recinzioni, consentendo un uso libero da parte dei cittadini, e la possibilità da parte del Comune di potere utilizzare il Teatro, che sarebbe stato accorpato al Teatro Vittorio Emanuele, ma nessuna di queste richieste è stata presa in considerazione”. Continua ancora Pino affermando che “quando fu istituita l’Autorità Portuale nel 1994, si decise che i confini territoriali riguardavano le aree demaniali marittime, e il tratto di costa che va dalla foce dell’Annunziata fino alla via Tommaso Cannizzaro. La Capitaneria di Porto non ha mai preso posizione sull’area fieristica in quanto questa, insieme alla zona falcata, non risulta appartenere alle aree del demanio marittimo.”.

Dopo un momento di confronto con il pubblico, a cui hanno preso parte anche Risitano e Coletta, ha preso la parola il Sindaco Accorinti in merito alle operazioni che l’ammistrazione intende effettuare in merito a quanto venuto a galla in questo incontro. “Se scopriremo che l’area fieristica appartiene al Comune, faremo battaglia affinché torni alla comunità. Se le leggi saranno dalla nostra parte, non ci sarà bisogno di fare un braccio di ferro con l’Autorità Portuale, con cui chiediamo sempre di collaborare. Ma di certo non ci accontenteremo. Il riappropriarsi del quartiere fieristico, insieme allo sviluppo di un Made in Sicily, ha sempre fatto parte del programma e continua a farne parte ancora oggi.”.

Queste le ultime parole del Sindaco a chiusura dell’evento. I 51 decreti che testimonierebbero la titolarità della zona fieristica al Comune di Messina, qualora fossero fondati, darebbero un’importante svolta ad un contenzioso, quello tra amministrazione ed Autorità Portuale, che da troppo tempo non fa altro che essere foriero di ridondanti proclami.

Molti però gli interrogativi. Se il bando dell’Autorità Portuale per la gestione del quartiere fieristico fosse stato accolto da qualche imprenditore che avesse iniziato gli investimenti, all’alba di quanto evidenziato durante l’assemblea, come si sarebbe evoluta la vicenda visto che il Comune ne rivendica oggi la proprietà? E se questa proprietà venisse legittimata, l’Autorità Portuale non sarebbe obbligata a risarcire il pagamento di tutte le somme versate dall’amministrazione per la concessione della zona e riscosse indebitamente?

Se questi atti dovessero rivelare qualcosa d’importante, si avrà a che fare con un piccolo vaso di Pandora che, una volta scoperchiato, porterà alla luce non pochi paradossi e problematiche.

Simone Bertuccio

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