Arrivano 15 mln per i teatri siciliani in crisi, perchè è stato escluso il Vittorio Emanuele

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Sembra un paradosso, ma il teatro Vittorio Emanuele di Messina non godrà dei  fondi stanziati dal dipartimento regionale al Turismo per i teatri siciliani in crisi, perchè  “non era ancora in crisi” al momento giusto: il biennio 2012-2013.

Un’occasione sprecata per il Vittorio Emanuele ( che poco dopo quegli anni fu quasi inghiottito dalla crisi) perdere quelle risorse stanziate dalla Regione, pari a quasi 15 milioni di euro, destinate agli enti teatrali in difficoltà, chiamati a presentare i progetti entro lo scorso mese di dicembre.

Nei giorni scorsi la commissione valutatrice ha approvato tutti e sei i progetti ricevuti dai vari enti teatrali, e  ha così suddiviso le risorse. 7 milioni sono andati all’Orchestra sinfonica siciliana, 4 al teatro Stabile di Catania, poco meno di 1,6 alle Orestiadi di Gibellina, 1,3 al teatro Biondo di Palermo, 435mila euro al Luglio musicale trapanese e 189mila euro al museo Mandralisca.

A loro l’onere di dover restituire queste cifre attraverso un piano triennale di risanamento. Neanche un euro per Messina che non ha presentato alcun progetto, visto che i fondi erano destinati a quegli enti che vivevano una fase di deficit finanziario durante il biennio 2012-2013.

Da allora la situazione è economico-finanziaria del Teatro è notevolmente cambiata, fino all’avvento del commissario ad acta, Salvatore Iervolino che si è insediato ad inizio anno. Iervolino,  proprio sulla natura di questi fondi regionali, commenta: “Quello fatto dalla Regione è un vero e proprio prestito che poi viene garantito attraverso dei tassi d’interesse a carico delle associazioni teatrali. Il Vittorio Emanuele non poteva accedere perché nel periodo stabilito dal bando, vale a dire il biennio 2012-2013, l’ente non aveva debiti,  tanto che il compianto Paolo Magaudda lo lasciò con un avanzo di bilancio. Se solo ci fosse stato un articolo del bando che allargava il lasso di tempo fino al biennio 2014-2015 ci saremmo potuti rientrare”.

Un vero peccato, perchè questi fondi avrebbero attenuato la situazione difficile del Vittorio Emanuele, che da tempo versa in uno stato di crisi economica certificato dal commissariamento imposto dalla Regione. Pronti via, per iniziare a far quadrare i conti Iervolino ha dato il ben servito ai due ex direttori artistici, Ninni Bruschetta e Giovanni Renzo, affidando l’incarico a titolo gratuito attraverso un bando.

Una vera e propria opera di spending review che presto Iervolino spiegherà agli organi d’informazione: “Molto presto incontrerò la stampa, e spiegherò tutto quello che sono riuscito a fare nell’arco di questi tre mesi. Naturalmente non è stato un lavoro facile, il Teatro dal 2015 ad oggi ha dovuto fare i conti con scelte sbagliate e sanguinose sotto il profilo economico. Credo che i debiti certificati da Cda per oltre un milione e 200mila euro ne siano una prova inconfutabile”.

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